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I monumenti più famosi della Turchia (1)

  • elisamassimi
  • 5 feb 2022
  • Tempo di lettura: 7 min

Immaginate di essere a Istanbul e di trovarvi sul traghetto che collega la costa asiatica alla costa europea; immaginate di essere al tramonto con il sole che piano scende andando a nascondersi dietro i colli della città. Una palla di fuoco che tinge di rosso il tratto di mare che state attraversando e lo skyline che avete di fronte con il palazzo Topkapı, la Moschea Blu, Santa Sofia, la moschea Suleymanie, la moschea di Mihrimah Sultan, l'amata figlia di Solimano il Magnifico.

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Scendendo dal traghetto e camminando sulla strada del tramvay che parte da Eminönü, costeggiando tutta una serie di negozietti, ristorantini e vecchi palazzi, arriverete in Piazza Sultan Ahmet (At Meydanı), in cui s trovano quelli che sono i monumenti più famosi di Istanbul: la Cisterna della Basilica (Yerebatan), Santa Irene, il Museo Archeologico

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e la Piccola Santa Sofia. Tuttavia, non potendo qui trattare tutti i monumenti rilevanti, vi lascio alla lettura di quelli più noti, lasciando la trattazione degli altri in un altro post.


Il palazzo Topkapı (Topkapı Sarayı)

Il palazzo Topkapı fu costruito su volere del Sultano Maometto il Conquistatore (Fatih Sultan Mehmet) dopo la conquista di Costantinopoli avvenuta nel 1453. La sua costruzione durò circa dieci anni e venne ultimato nel 1478. Il Palazzo Topkapı fu residenza del sultano e della sua famiglia fino al 1856, quando la corte si spostò al palazzo Dolmabahçe.

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Il complesso residenziale è composto da tre corti, in ciascuna delle quali si sviluppano degli edifici. La prima corte, nota con il nome "Corte delle Parate" (Alay Meydanı), era lo spazio in cui si radunavano i giannizzeri. In questa area si trova la chiesa di Santa Irene, il più antico edificio cristiano di Costantinopoli, utilizzato durante la dominazione ottomana come deposito di armi e munizioni e attualmente adibita a sala per concerti. Superando la "Porta di Mezzo" (Orta Kapı) si raggiunge il secondo cortile chiamato "Cortile del Consiglio" (Divan Meydanı) il cui aspetto attuale è dovuto ai rimaneggiamenti risalenti all'epoca di Solimano il Magnifico. In questo secondo cortile troviamo le scuderie imperiali, le cucine, il Divan, ossia la sala del Consiglio e a ovest l'ingresso all'Harem, ossia gli appartamenti del sultano e della sua famiglia. Al contrario di quanto si possa pensare, le donne che vivevano nell'harem erano madri, mogli e "preferite" del sultano, tutte ricevevano un'educazione religiosa, letteraria, artistica, imparavano a ballare, a cantare, a truccarsi e a vestirsi. Non tutte erano destinate a divenire "cariye" del sultano, molte venivano date come mogli ai rappresentanti della élite politica ottomana. L'harem rappresenta un ambiente veramente

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La sala del trono

affascinante, con i suoi corridoi, le sue innumerevoli stanze, i suoi hamam. Sarebbe opportuna una trattazione a parte, dedicata esclusivamente a questa struttura.

Ma per ora dobbiamo uscire dall'harem ed entrare, attraverso la Porta della Felicità (Bâbüssaâde o Bab-üs Saadet), al terzo cortile, il cosiddetto Enderun. Qui si trovano gli spazi privati del Sultano e della sua famiglia ai quali era preposto il capo degli eunuchi bianchi (Kapı Ağası). La prima struttura che incontriamo è la Sala delle Udienze (Arz Odası) dove venivano ricevuti i primi ministri, le alte cariche dello stato e gli ambasciatori. Il chiosco è circondato da un colonnato che sorregge un cornicione. L'interno presenta il soffitto colorato di blu oltremare e decorato con stelle in oro, mentre i muri sono decorati con piastrelle turchesi, blu e bianche. Dietro la Sala delle Udienze troviamo il dormitorio delle forze di spedizione (Seferli Koğuşu) il quale oggi ospita una collezione di 2500 indumenti utilizzati dai sultani composta da preziosi caftani e 360 oggetti in ceramica. Adiacente al dormitorio troviamo il Padiglione del Conquistatore (Fatih Köşkü), una delle strutture palaziali più antiche risalente al 1460. Si tratta di un edificio a due piani con terrazza sul giardino e posizionato sul punto più alto del promontorio in cui si trova il complesso palaziale. Il pianterreno era adibito alle funzioni di servizio, mentre il primo piano era suddiviso in quattro appartamenti. Ai tempi di Selim I questa struttura fu utilizzata per incamerare i proventi dal neo-conquistato Egitto, assumendo la funzione e il nome di Tesoreria Imperiale (Hazine-i Âmire). Immediatamente dietro al terzo cortile troviamo il giardino privato del sultano (Hasbahçe) noto anche come Giardino dei Tulipani perché vi veniva coltivato questo fiore che diverrà poi il simbolo di Istanbul. Dietro la Has Odası c'è la Sofa-i Hümayun in cui si trovano la terrazza di marmo e vari chioschi fatti costruire dai diversi sultani come i chioschi Bağdat e Revan, fatti costruire dal Sultano Murad IV successivamente alle sue vittorie. la Sünnet Odası, rivestita sulla facciata di ingresso da meravigliose maioliche, l'İftariye Köşkü, fatto costruire dal Sultano Ibrahim, la Hekimbaşı Kulesi e il Sofa Köşkü, uno degli esempi dell'architettura rococò in voga nel XVIII secolo, l'ultima struttura a essere costruita nel complesso palaziale risale al 1850 ed è il Mecidiye Köşkü, chiosco in stile occidentale utilizzato nelle cerimonie ufficiali quando il sultano decise di trasferire tutta la sua corte al palazzo Dolmabahçe.

Nella stessa piazza in cui si trova l'ingresso al Topkapı, si trova Santa Sofia, struttura che rappresenta l'apice dell'architettura bizantina.


Santa Sofia (Ayasofia)

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Nata come basilica, fu costruita sui resti della precedente chiesa distrutta da un incendio in seguito al quale Giustiniano I fece costruire una chiesa che fosse più maestosa di quella precedente. Fu incaricato del progetto Isidoro di Mileto coadiuvato dal fisico e matematico Antemio di Tralle nell'intento di costruire la più grande basilica del mondo cristiano alla quale lavorarono circa 10.000 operai. L'ingresso conserva il nartece o doppio atrio, la pianta è composta da tre navate, di cui la centrale più ampia delle laterali e in fondo alla navata centrale l'abside. Le navate laterali ospitano matronei e mausolei, mentre in quella centrale è possibile ammirare capitelli scolpiti e la cupola centrale. Esternamente è possibile notare due piani che sorreggono le semicupole in laterizio sormontate dalla grande cupola centrale del diametro pari a 31 m e un'altezza di 55 m decorata da 40 finestre che permettono alla luce di illuminare l'ambiente. Al secondo piano si sviluppa la galleria superiore decorata con diversi mosaici. Lo spazio centrale della galleria è dominato dalla loggia dell'imperatrice.

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Per quanto riguarda i mosaici possiamo distinguere una prima fase in cui prevalgono il tema della croce e motivi floreali con tessere d'oro su ampie campiture, tema che rispecchia le tendenze dell'imperatrice Teodora, una seconda fase iconoclasta e una terza fase che va dal 867 al al 1356 la quale coincide con il periodo di massimo splendore dei mosaici con le raffigurazioni del Cristo Pantocratore nella cupola centrale, gli angeli e la Vergine nel catino absidale e nelle nicchie delle campate

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nord e sud i patriarchi e i padri della chiesa, di cui ne rimangono solo tre. In numero superiore sono le raffigurazioni degli imperatori come nel pannello sul nartece l'imperatore Basilio in atto di adorazione delle sante icone con il Cristo, la Vergine in trono e angeli in medaglioni. Ancora il mosaico raffigurante Costantino IX e la moglie Zoe. Nella galleria sud troviamo la Deesis di Santa Sofia, ossia il Cristo affiancato dalla Vergine e da Giovanni Battista.

Il 10 luglio 2020 il Consiglio di Stato Turco ha dichiarato illegittimo il decreto del 24 novembre 1934 con il quale si dichiarava la moschea un museo aprendo la strada alla sua riconversione in moschea. Il 24 luglio dello stesso anno Erdoğan ha presenziato alla prima preghiera.


La Moschea Blu (Sultan Ahmet Camii)

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Costruita tra il 1609 e il 1616 la Moschea Blu è chiamata così perché decorata da ben 21043 maioliche di colore turchese, così come desiderato dal Sultano Ahmed che ne aveva commissionato la costruzione per riaffermare il potere ottomano dopo la pace di Zsitvatorok e l'insuccesso nella guerra contro la Persia. Caratteristica della moschea, che la contraddistingue da tutte le altre è la presenza di sei minareti, anziché quattro, posizionati agli angoli del cortile interno e della moschea. Al cortile interno si accede tramite 5 porte poste ai diversi lati. Questo è costruito su una piattaforma della grandezza di 72 x 74 m, la stessa grandezza della sala interna, intorno al quale si sviluppa un porticato in cui 30 cupolette sono sorrette da 26 colonne di granito. Nel porticato si trovano altri edifici di utilità quali una madrasa (scuola islamica), mense, ricoveri, mentre al centro del cortile si trova una fontana monumentale (şadırvan) Gli accessi alla moschea sono 3, di cui uno centrale e gli altri due posti ai due lati. Entrando dall'ingresso centrale ci troviamo di fronte a una sala principale di 51 x 53 m sormontata da una cupola di 43 m di altezza e un diametro pari a 23,5 m sorretta da 4 pilastri con un diametro di 5 m. Le iscrizioni decorative della cupola e delle semicupole che sormontano le sale laterali sono versetti del Corano e frasi attribuite al Profeta Maometto con decorazioni arabesche. Nella moschea la luce filtra attraverso le sue 260 vetrate policrome il cui vetro, originariamente, proveniva dai vetrai di Venezia. In fondo alla sala principale ci sono il Minrab e il Mihrab, entrambi in marmo bianco scolpito. Il Mihrab, la nicchia che guarda verso La Mecca, contiene un frammento della pietra nera della Kaaba ed è decorata con iscrizioni di versetti del Corano.


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Yerebatan (Cisterna della Basilica)

La cisterna fu costruita per volere dell'imperatore Giustiniano nel 532 d.C. Al suo interno veniva incanalata l'acqua proveniente dalla foresta di Belgrado tramite l'acquedotto Valente e l'acquedotto di Adriano. Poteva immagazzinare fino a 80.000 metri cubi di acqua per rifornire il Gran Palazzo. Venne dismessa con il crollo dell'Impero Romano d'Oriente. Sviluppata su una pianta rettangolare di 140 m x 70 m, è sorretta da 336 colonne decorate con capitelli in cui lo stile è una commistione tra ionico e corinzio, anche se non mancano tracce che ricordano lo stile dorico. Tali colonne sono disposte su 12 file ciascuna con 28 colonne dell'altezza di 9 m e distanziate tra di loro per 5 m. L'alzato laterizio possiede uno spessore di 4 m composto da una malta speciale che lo rende impermeabile. Per la costruzione della cisterna è stato utilizzato materiale di recupero, come testimoniano le teste di gorgone attribuite dagli studiosi al foro di Costantino. Sono rovesciate e sorreggono due delle colonne che sorreggono le volte superiori.

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